Castello Sforzini

di Castellar Ponzano

Ucraina: chi cerca davvero la pace?

Allo Studio Ovale della Casa Bianca, tra Zelensky e Trump è andato in scena uno scontro durissimo…e devastante per il percorso di pace che si stava finalmente avviando. Ascoltando tutto il discorso, senza il filtro di traduttori e commentatori più o meno schierati, il clima si incendia in un preciso momento: quando Zelensky afferma che trattare con Putin sarebbe un’operazione sterile.
Possiamo stare a discutere un’eternità su chi abbia per primo alzato i toni. Più che osservare i toni, basterebbe qua attenersi ai contenuti.


In questo video più completo chiunque può ascoltarli chiaramente: Trump afferma che proseguendo con la guerra e con reciproci messaggi di odio non si otterrà mai nessun accordo. JD Vance rafforza la tesi dichiarando che per 4 anni (quelli di Biden) con la prima “via” si è cercata una soluzione senza successo, e che sia adesso l’ora di dare una chance al dialogo.
Zelensky gli sbatte in faccia che secondo lui il dialogo con Putin avviato dall’amministrazione USA è inutile.

Game over.

Si può ovviamente essere d’accordo con una tesi o con l’altra, ma dallo Studio Ovale Zelensky ha implicitamente dichiarato al mondo che lui intenderebbe combattere fino alla caduta di Putin (non riconoscendone l’affidabilità), o alla riconquista dei territori. Accusa JD di non conoscere la situazione ucraina, ma il primo ad essere scollegato dalla realtà, tremenda realtà, è evidentemente proprio Zelensky. Con l’appoggio avuto finora ha solo potuto limitare l’invasione russa, se venissero ora a mancare o anche solo calare gli aiuti USA, economici e militari, sarebbe la fine dell’Ucraina e la morte di altre migliaia e migliaia di ucraini.

Come si può credere, o anche solo pensare, che l’Europa da sola possa sostenere gli sforzi necessari a riconquistare i territori persi, se finora è stato impossibile pur contando anche su quelli USA?
Sono ragionamenti che ottusamente potrebbero essere da qualcuno definiti “putiniani”, si tratta solamente della cruda fotografia della realtà. Ammettiamo che davvero Putin pensasse di conquistare Kiev in 3 giorni, e che quindi possa essere considerato uno “sconfitto”. Oggi si trova “solamente” con una grossa fetta di Ucraina in pugno dopo centinaia di migliaia di vittime, tra morti e feriti, militari e civili. Al di là di convinzioni e partigianeria, ci sono poche semplici domande che andrebbero poste, per comprendere quale sia la prospettiva che ci troviamo di fronte:
– proseguire la guerra può davvero migliorare la posizione dell’Ucraina rispetto a quella attuale?
– È realistico portare Putin ad ammettere una sconfitta e a rinunciare a territori occupati da mesi e da mesi mantenuti in saldo possesso?
– È possibile che l’Europa possa sostenere da sola una campagna militare sufficiente a riconquistare i territori caduti in mano russa (senza innescare la Terza Guerra Mondiale)?
– È verosimile sperare ancora nella caduta di Putin per “mano interna”?

Lasciamo stare, per carità di Patria, tutte le tesi iniziali circa le malattie terminali di cui avrebbe sofferto il leader russo, o l’efficacia di sanzioni che hanno solo spinto la Russia nelle braccia economie avversarie alla nostra, o i proclami secondo cui rinunciando all’aria condizionata avremmo messo in ginocchio l’economia russa.

Esiste solo una risposta alle domande che ho riassunto qui, e si trova nella diplomazia di Trump e JD Vance, non altrove.

 

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