Lo spettacolo del potere, la caduta del velo di Maya (sì, Schopenauer): questo è andato in scena nell’incontro/scontro tra Trump e Zelensky alla Casa Bianca: e scrivo subito che, a mente fredda (sul momento non è parso molto lucido), Zelensky potrà solo esser grato del regalo di venir eternato in quei quindici minuti (per dirla alla Andy Warhol) che sono già Storia.
A cosa ha assistito il mondo intero? All’irrompere sulla scena, pubblicamente, brutalmente, di ciò che da sempre restava rigorosamente celato dietro le quinte. Uno shock, per molti: semplicemente il mondo non era preparato.
Eppure noi Italiani, se solo facessimo tesoro e rivendicassimo orgoglio della nostra cultura, dovremmo già ben conoscere la trama di quanto visto allo Studio Ovale: ce l’ha svelata 5 secoli fa Niccolò Machiavelli ne “il Principe” – in pieno Rinascimento.
Machiavelli non filosofeggia: cerca di riassumere nel Principe i comportamenti utili a conquistare e detenere il governo di uno Stato, senza porsi altra questione che quella della loro efficacia. Non a caso così ne scrive Ugo Foscolo nei Sepolcri:
Vidi ove posa il corpo di quel grande (Machiavelli, appunto)
Che temprando lo scettro a’ regnatori
Gli allôr ne sfronda, ed alle genti svela
Di che lagrime grondi e di che sangue
Già nel 1514 Machiavelli ci ha svelato “di che lagrime grondi e di che sangue” il potere. Donald Trump ce ne ha solo fornito un ripasso, in diretta televisiva mondiale. O pensiamo che negli incontri diplomatici ci si prenda per mano ballando girotondi e cantando su prati fioriti?
Vogliamo forse lamentarcene? Preferiamo che la polvere venga scopata sotto il tappeto e che si sorrida sempre in favor di telecamere?
Se le anime belle che non hanno apprezzato gradiscon che la verità venga nascosta agli occhi, possono volgere lo sguardo all’Unione Europea: troveranno il consueto teatrino edificante.
Negli Stati Uniti si adotta ora un nuovo registro di comunicazione: ed anche questa è Storia.
Luca Sforzini