Castello Sforzini

di Castellar Ponzano

La verità fa male, ma rende liberi

Grande scalpore ha suscitato l’incontro fra Zelensky e Trump del 28 febbraio, soprattutto per l’evoluzione che tale incontro ha avuto.

In molti sono giunti a definirlo un diverbio, altri persino uno scontro.

Come tutti ben sanno, quello che è accaduto ci riguarda direttamente (abbiamo una guerra a 2000 km a est e il nostro Paese ha deciso di sostenere politicamente e militarmente l’Ucraina), pertanto ognuno di noi può esprimere le proprie opinioni al riguardo che sono certamente figlie del proprio portato culturale, politico e via dicendo.

Tuttavia chi scrive ritiene che ogni ragionamento non possa che muovere da una semplice constatazione.

Trump ha semplicemente manifestato l’effettiva realtà del conflitto. In breve, ha detto la verità, che, in estrema sintesi è la seguente:

  • L’Ucraina ha perso la guerra contro la Russia, la cui superiorità militare è soverchiante.
  • L’avrebbe persa molto tempo prima se gli USA e gli altri stati alleati non l’avessero sostenuta con mezzi e risorse.

Questo è un fatto e i fatti (diceva qualcuno) hanno la testa dura.

Ora, dal momento che è altamente probabile che gli USA interromperanno il sostegno militare e finanziario all’Ucraina, il buon senso imporrebbe di giungere al più presto a un cessate il fuoco prodromico alla fine delle ostilità e le ragioni sembrano evidenti. Senza il sostegno degli USA le truppe russe potranno affondare il colpo senza temere grandi resistenze ucraine (le cui truppe sono già stremate da anni di conflitto) il che si tradurrebbe inevitabilmente in una ulteriore carneficina. Per essere più chiari, più passa il tempo, più territorio verrà conquistato e più ucraini verranno uccisi. Certamente moriranno anche dei soldati russi, ma questo pensiero, all’uomo del nuovo millennio, dovrebbe risultare altrettanto ripugnante. Non deve più morire alcun essere umano.

In breve la guerra deve finire il prima possibile.

Poi ci si potrà confrontare in merito alla gestione della situazione nel Donbass da parte dell’Occidente, dal momento che il conflitto nell’area era già iniziato nel 2014, ben prima dell’inizio dell’Operazione Militare Speciale di Putin, (ci sono svariati servizi sul “Tubo” delle varie reti anche nazionali), ci si potrà interrogare se ci siano, e dove siano, le responsabilità per aver trascurato una situazione di tensione a pochi chilometri dai confini dell’UE e poi interrogarsi sul ruolo che quest’ultima intende darsi quale attore nei rapporti internazionali, orientando in tal senso la propria politica (ammesso che ce ne sia una che possa definirsi politica europea).

Ci si potrà anche interrogare sul ruolo dell’informazione che, sino a poco tempo fa, ci parlava di vittoriose battaglie degli ucraini, di aerei supersonici abbattuti da pensionati con la doppietta, di truppe speciali russe uccise da astute vecchine ucraine con torte avvelenate, di un esercito russo che, a corto di risorse, doveva utilizzare i microchip delle lavatrici per far fronte alle esigenze tecnologiche militari mentre combatteva con le pale avendo finito da tempo i proiettili (nel frattempo il missile ipersonico “nocciola” di Putin faceva tremare l’intero continente).

E poi, per favore, sarebbe anche il caso di smetterla di affermare che si deve fare una pace “giusta”.

Non esiste una pace giusta.

La pace l’hanno sempre imposta i vincitori, mai i perdenti. E l’Ucraina, la guerra, l’ha persa. Prendiamone atto e cerchiamo, noi, soprattutto noi Europei, di non perdere la pace, recuperando un ruolo politico e diplomatico dove saremmo forti per tradizione, invece di parlare di iniziative muscolari di riarmo che (a prescindere da quanto possano essere sensate) richiederebbero comunque decenni. Non senza ricordare che USA e Russia hanno un arsenale in grado di distruggere (più e più volte) l’intero pianeta.

Questa è la verità. Fa male ma rende liberi.

Massimo Bernuzzi

Condividi questo articolo
Rinascimento
Panoramica privacy

This website uses cookies so that we can provide you with the best user experience possible. Cookie information is stored in your browser and performs functions such as recognising you when you return to our website and helping our team to understand which sections of the website you find most interesting and useful.