Mi sono trovato in tribuna, lo scorso giovedì 20 marzo ’25, Stadio Giuseppe Meazza – Milano partita Italia-Germania Uefa Nations League 2025 e vorrei condividere con Voi le mie sensazioni, parlando di calcio e non solo.
Per vari impegni, era da qualche anno che non mi capitava di vedere una partita allo stadio; solo e sempre calcio “di provincia”, calcio “ruspante”, insomma quello “pane e salame” che si gioca nel mondo dei dilettanti, dove, tuttavia, possiamo trovare tanta passione e valori autentici.
Essendo “nuovo” della situazione, ho pensato di godermi lo spettacolo dall’inizio alla fine, sino in fondo, a partire dal contorno che fa da corollario a un evento così importante come una partita della Nazionale Italiana.
Innanzitutto, sono rimasto davvero molto colpito dall’organizzazione veramente eccellente che ha saputo gestire l’afflusso di ben 60.334 spettatori.
Mi ha impressionato osservare il brulicare di così tanti appassionati, di tutte le età e vestiti nei modi più disparati: da chi era casual a chi era munito della regolamentare maglietta azzurra, con tutte le varianti del caso.
Presenti anche tanti ragazzini, accompagnati sia dai propri genitori, che in gruppo con le rispettive società di appartenenza: c’è stato un importante, e lodevole, sforzo da parte del Settore Giovanile Scolastico della FIGC per favorire il più possibile l’ingresso anche dei giovani appassionati.
Dentro allo stadio, molto suggestive le coreografie allestite prima della gara e al momento dell’ingresso in campo delle due squadre e della squadra arbitrale.
Ho particolarmente apprezzato l’applauso tributato alla memoria del compianto Bruno Pizzul, quando è comparsa la sua immagine sul mega display dello stadio.
Dopo i preliminari di rito, inizia il conto alla rovescia: eccoci tutti in piedi per gli inni nazionali. Naturalmente, viene data precedenza all’inno della Germania che, purtroppo, è stato fischiato da una minoranza di spettatori. A questo punto ho pensato: no, gli inni nazionali non si fischiano. Ma, subito dopo i primi fischi, ecco partire in modo credo molto spontaneo un fiume di applausi, da parte della maggior parte del pubblico presente che ha coperto i fischi. Meno male, c’è ancora speranza, se sono maggiori gli applausi dei fischi.
Inizia la partita, dove, per mia deformazione, cerco di seguire le varie dinamiche in campo, ma lo sguardo sfugge insistentemente sulle due panchine. La panchina degli ospiti mi sembra più compassata, sicuramente tesa, ma abbastanza controllata, mentre la nostra panchina è più sanguigna, più partecipe. In ogni caso, entrambi i tecnici rimangono perennemente in piedi per tutta la partita, a rimarcare una tensione che è difficile da controllare.
Per quanto concerne la gara in sé, c’è poco da dire, sapete certamente già tutto: dopo un vantaggio iniziale, è emersa la superiorità dei tedeschi che hanno, a mio modesto avviso, meritatamente ottenuto la vittoria per 2-1, anche se un pareggio non sarebbe stato scandaloso.
Al termine della partita, i tifosi tedeschi festeggiano legittimamente la vittoria, mentre gli azzurri si indirizzano frettolosamente all’uscita, con un po’ di amaro in bocca per la sconfitta.
Alcune mie osservazioni che vorrei condividere con Voi.
Intanto credo che si debba ripartire dalle cose belle: tanto pubblico, tanti giovani, che hanno sostenuto la Nazionale, nonostante le difficoltà, qualche errore ed un risultato negativo, i tifosi azzurri si sono stretti al fianco dell’Italia, in tanti hanno cantato l’inno nazionale ed hanno costantemente incoraggiato i giocatori sottolineando con applausi le varie azioni di gioco o anche soltanto alcuni apprezzati interventi in copertura.
Le cose che ritengo debbano far riflettere, invece, riguardano prevalentemente, quanto si è visto sul terreno di gioco: veramente pochino. Ovvero, la partita della Nazionale è un po’ come una serata di gala, dove ci si mette il “vestito della festa”, dove si propone il meglio di sé. In pratica, in campo si suppone che abbiamo visto i migliori prodotti del nostro calcio, dando per scontato che nessun Commissario Tecnico sia talmente folle da escludere campioni per puro spirito autolesionistico.
Dunque, se quello che abbiamo visto era il meglio del calcio italiano, ossia il frutto di anni di studio e di lavoro per ripartire dalle delusioni delle due mancate qualificazioni ai mondiali, beh, mi viene da pensare che, forse, abbiamo sbagliato qualcosa.
Personalmente, sono convinto che siamo in buone mani, credo veramente che il nostro calcio sia gestito da persone esperte e competenti, quindi non voglio assolutamente prestare il fianco alle solite polemiche da bar, dove tutti hanno la soluzione pronta (quella “del giorno dopo”).
Credo anche che proprio i vertici del nostro amato sport, si rendano ben conto dell’attuale divario che ci separa delle migliori nazionali e di quanto ci sia ancora da lavorare per tornare ai fasti di qualche anno fa, magari ripartendo proprio dalle cose positive che si sono potute vedere sia in campo che, soprattutto, fuori. Tanta passione, tanto amore per i colori azzurri e, per la maggior parte, anche credo una tifoseria che ha saputo dimostrare una sportività encomiabile.
Ripartiamo dalle cose buone, senza nasconderci di fronte alla necessità di lavorare ancora. Molto.
Diego Fabbri