Al momento dell’Iniziazione, ciascun Libero Muratore giura solennemente: “di percorrere incessantemente la via iniziatica tradizionale per il mio perfezionamento interiore; di avere sacri la vita, la libertà, l’onore e la dignità di tutti; di soccorrere e confortare i miei Fratelli; di difendere tutti dalle ingiustizie; di adempiere fedelmente i doveri ed i compiti relativi alla mia posizione e qualifica nella vita civile.”
Ma queste parole, sebbene formulate all’interno di un contesto rituale, possono parlare al cuore di ogni uomo e ogni donna che si interroghi profondamente sul senso della vita, sul valore dell’etica e sulla possibilità di trasformare se stessi per contribuire alla costruzione di un mondo più giusto.
Chi sceglie di intraprendere un cammino di crescita interiore – iniziatico o meno – è chiamato a rivedere la propria visione “profana” del mondo, aprendosi ai principi universali di Libertà, Fratellanza ed Eguaglianza, sostenuti dalla virtù della Tolleranza.
Non si tratta di religione, né di ideologia: si tratta dell’Uomo e della Donna che, come esseri pensanti e spirituali, si interrogano su due domande essenziali:
1. “Come posso conoscere me stesso?”
2. “Come posso migliorare il mondo in cui vivo?”
La Luce, in questo contesto, non è luce fisica ma simbolica: rappresenta la consapevolezza, la capacità di guardare il mondo con occhi nuovi, di trasformare i propri limiti in strumenti di crescita, di elevare la propria coscienza a un livello superiore.
Come affermava René Guénon: “Il simbolismo rappresenta un linguaggio meno limitato del linguaggio comune e adatto all’espressione e alla comunicazione di certe verità profonde.”
Allo stesso modo, Cartesio ci ricorda che la verità nasce dal dubbio: è nel mettere in discussione le certezze, le convinzioni, i pregiudizi, che si apre lo spazio per il pensiero, per il confronto, per il dialogo.
Questo dubbio, lungi dall’essere una debolezza, è la forza che ci permette di sospendere il giudizio e di accogliere l’opinione dell’altro. È il principio attivo della Tolleranza, che non è solo accettazione passiva ma disponibilità all’ascolto, alla comprensione e al rispetto.
Essere iniziati – o semplicemente cercatori di verità – non significa essere già arrivati, ma accettare con umiltà che il cammino della conoscenza e dell’elevazione spirituale è lungo, fatto di tappe, di cadute, di conquiste. Significa riconoscere che ogni giorno dobbiamo lavorare su noi stessi, levigare la nostra pietra interiore, affinché diventi parte armoniosa di un tempio ideale che è insieme individuale e collettivo.
E proprio in questo processo, un aiuto prezioso può venire dalla capacità di sviluppare un pensiero libero, non convenzionale, creativo. In tal senso, il Pensiero Divergente e il Pensiero Laterale ci offrono strumenti per guardare la realtà da angolazioni nuove.
Tra i metodi più efficaci, la Tecnica dei Sei Cappelli di Edward De Bono è una metafora potente per esplorare le diverse modalità del pensiero umano.
Si cerca di rappresentare sei direzioni di pensiero contenute in sei cappelli immaginari.
Quando seguiamo un percorso cognitivo o cerchiamo di prendere una decisione, ogni cappello ci darà una premessa, una visione, uno schema preciso. Dopo averli usati tutti in modo proattivo, saremo maggiormente in grado di prendere una decisione.
1) Il cappello bianco
Questo cappello ci insegnerà a vedere le cose da un punto di vista obiettivo, neutro e senza deviazioni.
– Il cappello bianco cerca fatti concreti
– Non interpreta nè dà opinioni
2) Il cappello rosso
Questo cappello rappresenta la passione, è emotivo e sente la vita dal cuore e dall’universo emotivo.
Indossando questo cappello avremo la possibilità di dire ad alta voce cosa ci emoziona, ci inquieta, o cosa ci dice il nostro intuito riguardo alle informazioni che abbiamo.
Ci permetterà anche di comprendere le emozioni e i bisogni altrui
3) Il cappello nero
Il cappello nero rappresenta il lato logico-negativo e ci insegna a capire perché certe cose possono andar male, non funzionare o non accadere nel modo in cui pensavamo.
Sviluppa la capacità di essere critici e di vedere il lato negativo delle cose per essere più realistici
4) Il cappello giallo
Questo cappello ci insegna ad applicare un pensiero logico-positivo.
– saremo in grado di vedere opportunità dove gli altri vedono porte chiuse
– svilupperemo un approccio costruttivo e ottimista
– questa positività, questa apertura, sarà caratterizzata sempre dalla logica. Se non manteniamo questa linea e ci facciamo sopraffare dalla fantasia o dalla passione a volte irrazionale, useremo il cappello rosso e non quello giallo
5) Il cappello verde
Il cappello verde richiede originalità, creatività, il superamento di certi confini, rendere possibile l’impossibile.
E’ in questo cappello che è contenuta l’essenza del pensiero laterale e divergente, quello che ci invita a essere provocatori e non troppo conservatori, a usare il movimento innovativo prima del giudizio restrittivo.
– questo pensiero ci ricorda che non va bene sentirsi appagati rapidamente, che è necessario trovare più rotte, più alternative, generare più proposte
6) Il cappello blu
Il colore blu abbraccia tutto, è sempre presente e domina ogni angolo.
Trasmette calma ed equilibrio; nella tecnica dei sei cappelli per pensare, quello blu ha il controllo su tutto il processo e viene indossato in questa dinamica due volte: all’inizio e alla fine.
– il cappello blu rappresenta il pensiero strutturato, quello che ci guida ad ogni passo, sottolineando le alternative, proponendo nuove strategie e mantenendo il controllo in ogni sequenza, in modo da non farci perdere la strada o non farci restare bloccati.
Come spesso accade nel percorso della nostra vita si trovano tracce, elementi o vere e proprie conferme integrali di teorie, approcci e codici elaborati altrove e per altri scopi. Le riflessioni che ho condiviso con voi sembrano portare, ancora una volta, a questa conclusione… non rimane altro, nel frattempo, che decidere con quale cappello affronteremo sempre tutto ciò che quotidianamente ci si presenta e continuare con forza e vigore il nostro meraviglioso processo di crescita umana.
E Voi cari lettori che cappello sceglierete?
Andrea Zanchetta