Provengo dalle terre tra Pavia ed Alessandria, dalle terre di Pio V, Papa Ghislieri, il Papa della Vittoria di Lepanto, e mi risulterebbe quindi fin troppo facile sollevare il tema dello scontro di civiltà, e della Guerra Santa contro il Saraceno.
Dobbiamo tenere i piedi ben saldi nella memoria.
Fin dal Rinascimento in Italia gli ebrei erano in prima fila, attivi e intraprendenti. Ce lo testimoniano dipinti di Mantegna, Carpaccio, del Sassetta, dove compaiono non a caso scritte in ebraico. Gli ebrei hanno un ruolo significativo nei moti risorgimentali. E’ ebreo il grande Sindaco di Roma Ernesto Nathan, a inizio ‘900. E’ ebreo ovviamente l’irredentista triestino Italo Svevo. Ebrei sono i fratelli Carlo e Nello Rosselli, fondatori di “Giustizia e Libertà”.
Come pure non possiamo MAI dimenticare il nostro tributo di riconoscenza agli USA per la liberazione, ed alla brigata ebraica.
La nostra è CIVILTA’ inclusiva. Da noi, in Occidente, di cui Israele è l’estremo baluardo, si costruiscono moschee, si accoglie. Non avviene il contrario. Purtroppo. E’ necessario prenderne atto. E rifuggire la subalternità culturale.
Noi rendiamo onore alla grandezza morale di Sala-ah-Din che vincendo l’assedio di Gerusalemme nel 1187 e portando al collasso del Regno crociato, non infierì sugli abitanti – concedendo a Baliano di abbandonare la città in sicurezza e comportandosi meglio di quanto avessero fatto i crociati un secolo prima.
Noi rendiamo onore a Saladino. Ma non vediamo alcun Saladino in questo terzo millennio.
Conosciamo bene da dove vengono le proteste contro la reazione dell’Occidente e di Israele alle aggressioni subite. Nascono dagli stessi ambienti che negli anni ’40 e ’50 del ‘900 alimentarono i Partigiani della pace, agli ordini di Mosca, contro gli USA e i suoi alleati atlantici. Si nutrono della stessa cultura contraria all’installazione degli euromissili in Italia a fine anni ’70, in risposta a quelli sovietici puntati sull’Europa. Bevono lo stesso latte degli pseudointellettuali che simpatizzavano per intifada e kamikaze, scambiando le vittime per carnefici.
A ciò con cui la nostra civiltà ebraico-cristiana si confronta oggi, gli antichi davano un nome ben preciso: barbari.
Alte mura e porte sbarrate contro i barbari. Ma porte spalancate e ponti d’oro a chi, pur formato ad altre culture, è portatore di civiltà. Speriamo ve ne siano ancora, in giro per il mondo.
Auspico che questo conclave venga illuminato dallo Spirito Santo che faccia risorgere la Chiesa avvicinandola allo spirito autentico delle proprie radici giudaico-cristiane, rifuggendo il pericolo del relativismo culturale e della subalternità.
Luca Sforzini