COMUNICATO STAMPA
Sforzini: “L’Arte italiana in borsa: una rivoluzione culturale per rilanciare il Paese”
Proposta di cartolarizzazione di beni culturali pubblici per rilanciare l’economia e promuovere il patrimonio italiano nel mondo
Castellar Ponzano, 24 aprile 2025 – La recente iniziativa di rendere acquistabile in quote il “Mao” di Andy Warhol (quotato alla borsa specializzata Artex – stock exchange con sede in Lichtenstein – e collocato in Italia da Equita) apre una nuova frontiera: l’Arte come asset condiviso, accessibile e capace di generare valore economico e culturale. Se il mondo guarda all’Arte come a un asset strategico, l’Italia, che detiene circa il 70% del patrimonio artistico mondiale, non può restare spettatrice.
Luca Sforzini, esperto d’arte, proprietario del Castello di Castellar Ponzano e fondatore del movimento Rinascimento, propone una cartolarizzazione selettiva e simbolica di opere d’arte pubbliche, da utilizzare sia per reperire risorse economiche da reinvestire in cultura e restauro sia per promuovere l’immagine dell’Italia nel mondo, grazie a esposizioni itineranti e collaborazioni museali globali.
Un’idea coraggiosa: cartolarizzare una parte simbolicamente significativa del patrimonio culturale pubblico italiano.
Una provocazione? Forse. Ma anche una proposta concreta e attuabile.
“L’Italia possiede un patrimonio sconfinato, spesso dimenticato nei depositi dei musei, nelle stanze chiuse dei palazzi pubblici, nei borghi lontani dai circuiti turistici. Perché non trasformare una parte di questo patrimonio in uno strumento innovativo di promozione, visibilità e anche di risanamento economico?” – dichiara Sforzini.
“Non parliamo di vendita o alienazione, ma di una forma moderna di partecipazione collettiva al nostro patrimonio culturale. Le opere restano pubbliche, ma diventano strumenti vivi di sviluppo e visibilità” – afferma Sforzini.
La proposta è chiara: emettere quote digitali o azionarie di opere d’Arte pubbliche, inizialmente selezionate tra quelle meno note ma di grande valore, e offrirle al pubblico internazionale. I fondi raccolti potrebbero essere destinati al restauro, alla valorizzazione e alla promozione dei beni culturali stessi, generando un circolo virtuoso. Inoltre, le opere cartolarizzate potrebbero essere prestate temporaneamente a musei e mostre internazionali, trasformandosi in ambasciatrici dell’identità italiana nel mondo. Un modo per “accendere i riflettori” su tesori nascosti, generando flussi di finanziamento e visibilità.
“Non è una provocazione. È una visione concreta per un Paese che ha bisogno di futuro. E la cultura è il nostro petrolio: lasciarlo sottoterra è un delitto” – conclude Sforzini.
Il movimento Rinascimento è pronto a discutere questa proposta con enti locali, Università, istituzioni culturali e il Ministero della Cultura. L’obiettivo: far dell’Italia il primo Paese al mondo a utilizzare l’Arte come strumento attivo di rigenerazione pubblica. È il momento di mettere l’Arte al centro del nuovo Rinascimento italiano.
Per approfondimenti: cell 333.8631744