Castello Sforzini

di Castellar Ponzano

Pavia: Quis custodiet ipsos custodes?

Ma chi se ne frega della multa di Alice Moggi?
Beccata in macchina (non sua e senza revisione. I freni erano in ordine?) con in mano il telefonino.
Il super (vice) Sindaco di Pavia, nonché (tra l’altro) assessore alla mobilità e Massimo Tutore dell’incolumità dei cittadini vuole cancellare parcheggi ed automobili a favore di biciclette e monopattini, mezzi per i quali stanno studiando modelli per ultra65enni (che a Pavia superano il 25% della popolazione). Invece, lei stessa, assessore (tra l’altro) alla Legalità ha fatto ciò che vorrebbe che nessuno facesse.
“Quis custodiet ipsos custodes?” si chiedeva Giovenale ed ancora Platone affermava che “i custodi della legge devono guardarsi dall’ubriachezza”, non riferendosi ovviamente all’alcool: nel senso invece che chi gode di cariche pubbliche diventa automaticamente meno scusabile se infrange la legge. Soprattutto se come Moggi si dà per ruolo un pubblico impegno etico moraleggiante : “Assessore alla Legalità”. Restrizioni del traffico “per il bene e la sicurezza dei cittadini”. Ma quale sicurezza, assessore Moggi?
E non parliamo della distrazione telefonica. Lei stava guidando un’automobile che non aveva il diritto di circolare. Un’automobile senza revisione avrebbe potuto non avere freni in ordine. Capisce con quale conseguenza?
E il fatto che non fosse sua non avrebbe dovuto esimerla dal verificare che avesse revisione ed assicurazione in ordine. La revisione non lo era e di qui la seconda multa…
Forse tutto questo sembra eccessivo nella sostanza. Ma lo ha dilatato il suo “ego”, sempre impegnato nel cercare di colpevolizzare chi non la pensa come lei. D’altra parte neppure in questo accidente riesce ad essere prima e sola.
Come non ricordare la vicenda (vera) del vigile Ignazio Melone che multò il questore Marzano con successivi molti guai?
Tradotta nel film “ Il vigile” (un cult) dove uno straordinario Alberto Sordi nei panni dell’inflessibile Otello Celletti perseguitava il
Sindaco impersonato da Vittorio De Sica.
Ecco, potrebbe finire qui se quella repressione che lei non avrebbe mai fatto non fosse sfuggita all’assessore Cristina Barbieri. Pensate: alla cultura!!!

Munch

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