POLITICA – L’INTERVISTA a LUCA SFORZINI
di MASSIMO BRUSASCO – IL PICCOLO, Alessandria
■ Un castello, quello di Castellar Ponzano (il suo); un libro fresco di stampa (il suo); idee su cui si può dibattere (le sue). L’incontro con Luca Sforzini non è niente di banale.
Sforzini, il suo libro ‘Rinascimento’ fa seguito all’associazione culturale omonima. Perché ha deciso di scriverlo?
Non sono né un ideologo, né uno scrittore di manifesti politici e culturali. Però sono uno che, come altri, sta assistendo a uno scempio. I partiti storici erano un luogo di confronto basato su piattaforme culturali che non esistono più.
Colpa della Seconda repubblica?
Un attimo. Nel 1994, Berlusconi si affidò a gente come Martino, Pera o Urbani che cercavano di dare un senso alla politica, cosa che ora non accade ad alcun partito, né nel centrodestra, la mia area di riferimento, né nel centrosinistra, dove Azione e Pd vanno a braccetto col Movimento 5 Stelle, il partito del superbonus.
Chi sono i destinatari del suo libro?
È uscito da poco, qualche commento positivo mi è arrivato. So che è giunto su alcune scrivanie importanti. La fase della diffusione è appena all’inizio, com’è all’inizio il ragionamento, perché a questo libro, basato molto sui simboli, ne seguiranno probabilmente altri.
A chi non piacerà ‘Rinascimento’?
Ai fautori della cultura Woke e della Cancel colture. E anche a chi, sia a destra che a sinistra, propugna lo Stato assistenziale.
Si capisce, leggendo, che lei è un grande sostenitore del privato.
Ha ragione chi ritiene che lo Stato debba smetterla di spendere, perché intanto non lo sa fare. Meglio lasciare i soldi ai cittadini. Io la penso come Reagan e la Thatcher che dicevano: «Più privato uguale più ricchezza».
Perché ce l’ha tanto con lo Stato?
Perché è un’enorme macchina inutile che mangia le risorse e sperpera il denaro pubblico, ad esempio facendo assunzioni senza controllo sulla produttività. Vogliamo parlare del Pnrr?
Prego.
È un accumulo di debiti e di spreco, penso ad esempio al paesino in montagna che asfalta come fosse Brooklyn.
Prima ha citato il ‘superbonus’…
Una follia che ha arricchito gente in malafede o chi possiede grandi capitali.
Lei è molto critico.
Io ce l’ho con uno Stato che non ti induce a produrre. Faccio il mio caso personale: il sabato e la domenica avevo sempre il telefono acceso, per lavoro. Ma col 70% che se ne va in tasse, perché mai dovrei lavorare nel weekend? Ci guadagno se non faccio niente. Uno Stato che ti induce a non produrre è un fallimento. Non bisogna soffocare lo spirito di iniziativa, ma incentivare chi produce. La verità è che siamo su una nave che sta andando contro un iceberg.
C’è possibilità di cambiare rotta?
Sì, se ci sbrighiamo. Altrimenti succederà all’Italia, e in generale all’Occidente, quello che è accaduto in Argentina. Dove ora, per fortuna, c’è Milei che ha imposto cure da cavallo a lacrime e sangue.
Perché ‘Rinascimento’?
Perché l’Italia, nel Rinascimento, era la culla della cultura. Stava al centro del mondo. Riprendiamo quei valori e quelle caratteristiche che ci hanno contraddistinto, mettendo al centro l’uomo e il suo spirito di iniziativa.
Nella sua visione, sembra manchi la parte sociale, l’aiuto ai più deboli.
I deboli si aiutano se c’è ricchezza, che può essere generata da individui i cui diritti devono essere tutelati da uno Stato che si deve preoccupare di questo e di poco altro. Lo può fare con figure formate culturalmente, non con chi si impegna solo a occupare posti.
“Bisogna tornare alla cultura che non sia Woke o cancel culture“
Il Pnrr? Un debito.
In certi paesini si asfalta come se fossero Brooklyn“
Raegan e Thatcher avevano ragione.
Così finiremo come l’Argentina
PUNTI DI RIFERIMENTO Margaret Thatcher, ex primo ministro inglese, e Ronald Reagan, ex presidente degli Stati Uniti, sono tra i modelli culturali di Luca Sforzini
CHI È
Nato a Broni (Pavia) nel 1973, Luca Sforzini è dal 2022 proprietario del castello di Castellar Ponzano, frazione di Tortona, un maniero medievale che vuole «restituire alla comunità come centro di elaborazione culturale per il territorio».
Imprenditore, appassionato d’arte e di politica, ha militato in partiti del centrodestra.
Era anche in predicato di candidarsi a sindaco di Pavia alle recenti amministrative. Il suo libro ‘Rinascimento’ fa seguito all’associazione culturale omonima